martedì 6 dicembre 2011

BEPPE PISANU A TERNI AL CONVEGNO PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DELL'ONOREVOLE FILIPPO MICHELI


"Certo Franco l'esperienza della DC è conclusa e non è più riproponibile. Ma dobbiamo prendere atto che la diaspora democristiana, con i cattolici un poco di qua e un poco di là oggi presenti nei vari schieramenti politici e di ruiniana memoria, è fallita e non siamo riusciti a far valere insieme, perché mai siamo riusciti a metterci insieme, in quanto sopraffatti dagli altri, i nostri principi e i nostri valori. Ora la storia ci sta chiamando nuovamente in causa. I tempi che si annunciano hanno bisogno di noi. Per cui non vedo cosa impedisca ai cattolici di mettersi assieme ad altri laici e formare un nuovo soggetto politico in cui sia possibile dare ambia attuazione alla Dottrina sociale della Chiesa". E' con queste parole che il senatore Giuseppe Pisanu è intervenuto - replicando al senatore Franco Marini ed intendendo parlare a tutti i parlamentari PD di fede cattolica - al convegno "C'era una volta la Democrazia Cristiana: protagonisti di ieri, personaggi di oggi" organizzato dal Centro Studi Ezio Vanoni di Terni in occasione del centenario della nascita dell'onorevole Filippo Micheli che si è tenuto lo scorso sabato all'Hotel Michelangelo.


Un percorso che i cattolici in questo Paese - ha detto Pisanu ricordando proprio l'esempio di Micheli - hanno già sperimentato vincendo la sfida del dopoguerra insieme a repubblicani e liberali "varando la riforma agraria, creando milioni di piccoli proprietari agricoli, fondando quella grande risorsa sindacale che è stata la Cisl e poi la Coltivatori diretti, avviando l'industrializzazione e il miracolo economico, la Cassa del mezzogiorno, l'Ina Casa, la democratizzazione della scuola per dire delle riforme sociali più importanti".
"La crisi che colpisce l'Italia e l'Europa oggi - ha continuato Pisanu - modifica il comune sentire della gente. E' necessario perciò radunare le migliori energie e avviare finalmente le riforme che non riuscimmo a fare con il governo Prodi, né con Berlusconi. Il futuro appartiene a tutti e tutto dobbiamo collaborare a renderlo sereno. Non dobbiamo subire la forza bruta degli eventi, ma dobbiamo dominare i fatti con l'intelligenza come ci ha insegnato Aldo Moro. Noi cattolici dobbiamo vedere i gravi problemi del Paese con la cultura della fede. L'opposizione tra cattolici e laici è superata. Dobbiamo dar vita ad una nuova politica. Anche il Terzo Polo deve cambiare. Dobbiamo avviarci verso uno schieramento serio, che metta insieme laici e cattolici, rispecchiarsi nel Parlamento dove non è più possibile che una forza dell'8% dell'elettorato italiano come la Sinistra non sia rappresentata a causa di questa pessima legge elettorale che dobbiamo cambiare. Democrazia dell'alternanza, dunque, con le forze del mutamento che sono le donne e i giovani. I politici cattolici tornino alla fede, dalla fede facciano scaturire la loro politica, muovendosi non più da soli ma insieme ai laici che dividono con noi l'amore per la libertà, la giustizia e la democrazia. Poi, sui valori non negoziabili, ci divideremo e si vedrà chi democraticamente prevarrà".