giovedì 9 giugno 2011

[UMBRIA, FERMENTI AL CENTRO 2] / LETTERA APERTA ALL'UDC, di Francesco D'Andola

Pubblico di seguito la lettera aperta all'UdC di Francesco D'Andola:
La presente lettera nasce dalla necessità che sento di assolvere al dovere, civico e cristiano, di dire la verità. Una verità, sulla gestione umbra dell'UdC, che si è tentato di mistificare negli ultimi mesi con vari argomenti, di condire con discorsi politically-correct, ma che con queste ultime elezioni amministrative ha finito di emergere in tutta la sua chiarezza. E nonostante ciò constato esterrefatto che qualcuno si ostina a non prenderne atto.
E' evidente che mi rivolgo principalmente al Commissario regionale, nonché Responsabile nazionale per il Mondo Cattolico, ambito nel quale ho finora svolto la mia attivitò politica nell'UdC come responsabile regionale.
Anche se ormai non ho molto altro da aggiungere a quanto ho già chiaramente esposto nella mia lettera del 29 novembre scorso, ritengo doveroso trovare le parole per esprimere la mia profonda amarezza e delusione. Dopo averci creduto per anni in questo partito, da mesi viviamo nella profonda incertezza che he ha caratterizzato nel recente passato l'azione politica, la proposta è risultata spesso incomprensibile ed ambigua, soprattutto per l'elettorato cattolico. A fatica ne abbiamo portato il peso, ma siamo andati avanti nel lavoro con tutte le realità ecclesiali, fatto di dialogo umile e sincero con tutti. Questo dialogo ha prodotto una rete molto ricca, che in questi anni ha dato anche qualche significativo frutto elettorale. Non sto qui a ripercorrere i vari passaggi, già ampiamente argomentati nella precedente lettera.
Sorvolando sull'imbarazzante gestione del tesseramento, sia per quanto riguarda le nomine prima che la chiusura delle operazioni poi, sulla cui utilità in vista dei fantomatici congressi comincio a coltivare un legittimo scetticismo, vedo dritto al punto.
Dal recente responso elettorale umbro emerge drammaticamente tutta l'incoerenza di scelte fatte al solo scopo personale del medesimo soggetto che da decenni ormai conduce la gestione del partito in Umbria, il quale attualmente ricopre la carica di consigliere provinciale, anche se preferisce essere chiamato "commissario" provinciale piuttosto che "ex-parlamentare". A lui si deve da lungo tempo la cronica non-crescita dell'UdC locale, obiettivo a lui molto caro per la facilità a governare un "orto piccolo" piuttosto che un grande giardino. Mi è chiaro quindi il suo scopo, ciò che mi sfugge totalmente è la ragione della copertura che il Commissario regionale gli ha fornito in questi mesi...
Non sto qui ad elencare la lunga serie di operazioni che in questi anni hanno lasciato una scia di morti e feriti, in termini politici. Mi limiterò a focalizzare l'attenzione sulle sciagurate operazioni politiche messe in atto alle ultime elezioni amministrative.
Assisi - Lo scudo crociato sparisce per la prima volta dal Consiglio comunale. L'UdC, nella più improbabile operazione terzopolista portata caparbiamente avanti al solo scopo di consumare una vendetta personale, raccoglie solo 558 voti attestandosi al 3,67%, mentre la lista civica Tonino Lunghi - Uniti per Assisi raggiunge quota 1.988 voti (13,10%), risultando determinante per l'elezione del sindaco Ricci e portando a casa Vicesindaco, assessore e 3 consiglieri.
Citta di Castello - Qui l'UdC sceglie la corsa solitaria, mentre il resto delle forze terzopoliste sono a sostegno del candidato PdL-Lega. Risultato: 334 voti (1,62%) e anche qui scudo crociato sparito. Da notare che la lista civica Per Città di Castello, dove erano ospitati alcuni 'dissidenti' UdC, ne prende il triplo (912 voti, il 4,4%).
Gubbio - L'UdC si fa promotore di un candidato sindaco di estrazione civica sul quale convergono PdL e Fli. Nonostante fino all'ultimo si è tentato da parte dei vertici di scardinare l'operazione, la lista prende 630 voti, pari al 3,49% su un totale di coalizione del 26,26%, portando a casa anche un seggio oltre a quello del candidato sindaco.
Nocera Umbra (inferiore ai 15.000 ab.) - Determinanti per la vittoria della lista civica di centrodestra Vivere Nocera (1.927 voti, 49,27%) e per il cambiamento quindi di un'amministrazione che era di centro-sinistra, portando a casa anche un assessore su quattro. Operazione avversatissima fino all'ultimo dal commissario provinciale il quale però ne ha spudoratamente rivendicato il successo.
Trevi - Il centro-sinistra si presenta con due lista, dando anche qui la possibilità di cambiamento dell'amministrazione rossa alla terza lista, quella di centro-destra, lista civica Trevi per Andreani Sindaco, ovvero un nostro ex, non gradito però al commissario provinciale il quale, negandogli l'appoggio, lascia sfumare la possibilità di ribaltone per soli 14 voti.
Praticamente assento o ininfluenti negli altri Comuni. Alla luce di questi dati, dove è finita la credibilità di uomini e donne che ci dovrebbero rappresentare, più volte chiesta nell'ambito della Consulta del Mondo Cattolico? Che fine ha fatto la correttezza democratica invocata nelle procedure all'interno del partito? E ora la domanda è personale: perché il Commissario regionale si è prestata a copertura di operazioni fatte di ambiguità, di ragionamenti di basso profilo, di strategie a vantaggio degli affari meschini di pochi (nel nostro caso umbro di uno solo?).
Il mondo cattolico si attendeva altro, operazioni di lungo respiro, azioni fatte di coraggio e libertà, ma è evidente a questo punto che priorità sono state altre. Questo però non fa che generare ulteriore confusione nell'elettorato, aumentarne la sfiducia, ed infine perderne il consenso.
A livello personale non riesco a sostenere ulteriormente l'evidenza di una situazione che lascia a esponenti del mondo cattolico il ruolo di 'foglia di fico', mentre gli affaristi di partito possono continuare i loro soliti traffici, a Roma come in Umbria. E' una contraddizione che non riesce a stare più in piedi e che personalmente non intendo digerire oltre, dopo numerose denunce e amichevoli discussioni nel corso di questi anni. Ora i nodi stanno venendo al pettine. Ci sarebbe ancora molto di buono nell'Unione di Centro, persone con le quali il dialogo col mondo cattolico sarebbe possibile e fruttuoso. Ma stiamo facendoci scappare anche le ultime...
Se chi nel partito guida contemporaneamente l'Ufficio Mondo Cattolico e l'UdC regionale, non è in grado di comprendere che il mondo cattolico in larghissima parte ad Assisi è con Tonino Lunghi, per esempio, o a Castello con Marcella Monicchi e Alessandro Bartoli, e via dicendo, cosa da tempo nota a noi che respiriamo quest'aria da anni, e non ha nemmeno l'umiltà il giorno dopo di rendersene conto, ma anzi ostenta soddisfazione per i risultati ottenuto (!!!), questa persona è a mio avviso inadatta a ricoprire entrambi i ruoli.
Capisco che il mio è un parere poco autorevole agli occhi romani dl partito, ma forse ben più vicino di quegli occhi alla realtà del mondo cattolico umbro. Non metto in discussione la statura e l'autorevolezza del personagglio, ovviamente, ma il connubio consumatosi a livello regionale mi impedisce di rimanerne coinvolto. Non sono più disposto al ruolo di 'utile idiota' riservato ai cattolici, purtroppo ora in voga anche nel nostro partito: quella parte di popolo cristiano che ci ha finora accordato fiducia se ne sta accorgendo e sta cominciando a votare altrove.
Ogni scelta è lecita, ma se la prassi politica dell'UdC, in particolare a livello regionale, continuasse a risultare sempre più distante dal sentire del popolo cattolico, preferisco restare dalla parte di quest'ultimo, per il quale ho iniziato quest'avventura politica e al quale intendo rimanere fedele. A me non interessa. Se vi interessa continuare a coprire di apparenza 'cattolica' le sue azioni, non sarò della partita.
In fede.
Francesco D'Andola
già responsabile regionale per l'Umbria della Consulta Mondo Cattolico e Realtà Ecclesiali

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